....cast your eyes on the ocean
cast your soul on the sea.....
....when your darkest nights seems endless.....


....please remember me....


E facile nel mondo seguire le oppinioni del mondo
E facile nella solitudine seguire le proprie
ma il grande uomo e colui che anche in mezzo
alla follia mantiene sue proprie
con perfetta dolcezza

l'indipendenza della solitudine

Oceano



Devil in the details......

Perdo...no

Non c'è pane per i miei denti, non c'è sole per i miei occhi, ne dolce musica che possa rilassare il mio stanco umore, ci sono solo io che con i miei occhi guardo la gente cambiare dinnanzi ai loro corti passi. Gli occhi della gente piangono lacrime blu lasciando segni indelebili sui loro volti, gli occhi della gente parlano e gridano aiuto, i miei occhi guardano e piangono lacrime nere come il carbone, malinconia e sofferenza e mentre cerco di far smettere gli altri di versare del blu, nessuno riesce a guardare quello che i mei occhi dicono, nessuno percepisce il folle dolore che ha invaso la mia anima, solo io che alzando lo sguardo in alto tento di scorgere quel sole che ho tanto bramato in passato e che ora cerco di evitare lottando tra la voglia di tornare a vivere e quella di sprofondare nell'oscurità, sto perdendo il mio nome, sto sparendo tra il vento dei dolci e profondi respiri di amori sopiti e infranti.

Inscindibile........

Ricordi come era bello ascoltare il vento? Le onde del mare che si infrangono sugli scogli? Oppure osservare per ore intere le stelle con quella brama di volare tra di esse... Adesso dov'è questo insaziabile istinto che mi portava a perdermi tra le piccole cose della vita? Credo di non sapere la risposta, so di non conoscere nemmeno il luogo dove mi sono perso, e cerco da fermo con la paura che prevade dentro di me che cresce di secondo in secondo. Adesso ascolto i lamenti del passato, note distorte e composte da un oscurità che non fa parte di me, ma che credo di dover accettare come nuova parte del mio essere... Oscurità e me, due elementi inscindibili ormai.

happy your'e gone

it's senseless.....

I giorni passano ed io ho perso il segno, mi rendo conto che ogni secondo di questa mia eternità è monotono, guardo quel cellulare con la speranza che qualcuno mi cerchi, resto immobile seduto sul mio letto sperando che le cose cambino. Ma quello che mi chiedo è, come fanno le cose a mutare se io me ne sto con le mani in mano a penarmi per quello che non ho? Ma il punto è che ho quasi totalmente perso la voglia di andare avanti e mi illudo di qualcosa che non c'è, la gente mi dice di stare tranquillo, come faccio ad essere tranquillo, certo gli altri non sentono ciò che sento io..questo vuoto immenso che non capisco più cosa serve per colmarlo, loro hanno le proprie vite frenetiche e non potranno mai capire quello che sento..che non sento... La mia vita è di notte, dentro quei miei sogni che vorrei non finissero mai, e al mio risveglio imiei occhi non esitano a far scivolare quella goccia fredda e intensa.. Ormai tutti possono dirmi quello che vogliono, tanto sono e saranno sempre e solo fredde ed inutili parole prive di verità.

la terra in me........quella vuota

E' già passato tanto tempo, tutte le sofferenze di prima sembravano essere sparite, ma dentro il mio cuore rimane il vuoto di quella traccia incisa da i ricordi che fanno così male che respiro a stento. Un solo minuto vorrei poter non esistere, cessare di pensare, vedere, sentire... Ma non è una richiesta che potrà mai essere ascoltata da nessuno. Ho freddo, sono freddo e il mio cuore mai più troverà quel tepore spento ormai da tempo e questo non mi rende nemmeno triste, nessuna emozione vive più in me, solo la stanchezza fisica e mentale di un uomo privato del suo unico desiderio, quello di amare, e mi ritrovo qui a vivere una vita fatta solo di emozioni fisiche dimenticandomi di quelle piccole cose che un tempo erano il mio punto di riferimento. Non ci sarà mai un giorno in cui potrò piangere nuovamente dalla gioia, lo so, non accadrà mai più.. E tra le note di un ricordo sfocato mi perderò ancora una volta, fingendomi sorridente al mondo esterno, come fino ad ora ho fatto.

mercoledì 24 marzo 2010

L'arrivo..... (seconda parte)

A Vienna non potevo restare, anche perche nel giorno in cui i medici mi hanno confermato duramente nudo del mio cancro nello stato critico, e essatto in tale giornata mi lasciava Jeannette per un altro, comunque una doppia martellata definitiva, poco prima di natale. Anche se dovevo seguire le terapie per cercare di combattere quell tumore, non ce la facevo a stare li nel mio monolocale di 56 mq in mezzo alla neve sporca, e dove il caffe diventa dopo 1 minuto un ghiacciolo se non ti sbrighi quando fai la collazione fuori porta con la sigaretta accesa. Certo, potevo visitare i miei genitori ed parenti per non stare solo e per non esser classificato come un potenziale suicida, che era piu probabile dopo tutto quello che ho e che stavo subendo DA SOLO. Ma non sarebbe giusto, non sarebbe un "vero" natale se l'oscuro mantello dell cancro ti avvolge come un ombra infernale, pronta ad colpire quando meno te lo aspetti.
Mi riccordavo del mio faible per gli delfini e per i miei sogni, di cui purtroppo l'ultima persona con cui dividevo tutto, mi abbandonò, ed in piu questo fottuto cancro, entrambi hanno spazzato via tutte le mie speranze, il mio credo nella vita, il credo nel amore vero, il mio ottimismo di vivere, le mie piccole gioie quotidiane.....tutto ANNULATO ("oggi il aeroporto dell anima chiude per sempre per causa di mancanti fondi di manutenzione, rimangono accesi solo i reparti neccessari prima della demolizione definitiva")
Allora pensò, prima che tutto questo mi sbrana l'anima a brandelli, prima che mi inietto la siringa finale, prima che lascio questo mondo folle da solo, volevo vedere e sentire un ultima volta i delfini in cui mi sentivo da loro stranamente atratto. Ho scelto il rischio...

Frenata brusca.....
Sono stato bruscamente strappato via dai miei pensieri oscuri, pensando che ora mi suonasse la mia ultima ora, (cazzo non volevo morire cosi)in mezzo di questo paesaggio....in the middle of nowhere. Mi voltò verso Marcella per assicurarmi che siamo ancora interi. Ma guardavo solo in due occhi seri in quel viso che esprimeva preoccupazione ed leggermente incazzato. Alla mia sciocca domanda che cos'e accaduto, lei mi rispose con una sottovoce tutt'altro che divertente, ma con calma mentre mi fissava.
"senti roberto, se vuoi veramente iniziare questo viaggio, devi essere disposto di lasciare andare via tutte le tue preoccupazioni, pensieri paure ed ansie che ti consumano pesantemente, e inizia a fidarti di quello che stai ora per incontrare, senza sapere che cosa incontrerai o affronterai, se non sei disposto ad farlo sarebbe inutile di proseguire perche cosi non raggiungerai esplorando te stesso, nuovi confini ed orizzonti per la tua vita....ora smettila di pensare ed inizia di essere felice per quello che vedi sia per te e anche per gli altri membri del gruppo!"
Nonostante come guidava la panda (che oramai la chiamavo "cucina volante"), mi sembrava che lei ha percepito i miei pensieri incasinati, guardavo nello specchietto ed avevo la conferma, guardavo in un viso pensieroso, quello mio, ed per questo che lei frenava come una pazza cosi bruscamente, per "svegliarmi" dal mio silenzio ombroso. Dopo quell discorso suo, Marcella riaviava la macchina che mi sembrava cosi vecchia e consumata, perche appena giocava col pedale per accelerare, la panda si comportava che si stesse per frantumarsi, e che prima o poi mi troverò in una panda CABRIO.Le chiese quanti anni aveva questo cartoccio sulle spalle, e lei mi rispose con una smorfia, che finche non perde la benzina ed ha ancora 4 ruote che toccano l'asfalto, allora resisterà ancora per molto tempo....
"Santo cielo" pensò "questa avventura inizia proprio alla grande,che dio mi aiuti"..

Attraversavammo il piccolo paesino di Pula con il suo piccolo porto, dove i pescherecci galeggiavano tranquillamente verso il molo mentre le donne col grembule che aspettavano con i loro bambini che giocavano sulla riva, il rittorno dei loro mariti ed padri. Mi scappò un sorriso al solo pensiero di essere uno di questi pescatori, tornando a casa con la mia barca da mia moglie corpulente che mi stava aspettando irrequieta al molo per darmi poi un abbraccio caloroso in forma di due schiaffi in faccia col pesce perche ero troppo a lungo sul mare. Il mio leggero sorriso si trasformava pero poi in una smorfia ironica ed infantile imaginandomi sempre di piu questa scena imbarazzante. Marcella che cercava di raccontarmi un po di questo paesino se ne accorta della mia smorfia sorridente che non potevo piu nascondere. Chiedevo subito scusa dato che mi guardava incredula, per non essere frainteso, e raccontò quello che mi passava in mente. Prima non succedeva niente da parte sua, ci guardavammo senza una parola, per poi esplodere insieme in una risata, ma una di quelli che ti fa scappare la pipi. Dio che risata, che bello, cosi semplice, per causa di un pensiero banale. Mi spiegava poi che dovevammo sbrigarci perche gli altri ci stavano aspettando a Santa Margherita, e che io ero l'ultimo arrivato che mancava. Nel fratempo mi ero abituato allo stile di guida del mio autista pazzo che prendeva le curve come un guerriero camicaze. Dopo una serie di curve colline e tunnel, raggiungevammo finalmente nel tardo pommeriggio la piccola citta di Santa Margherita. Non esistevano abastanza parole per descrivere questa bellezza incantevole che si mostrava di fronte a noi, e pregavo Marcella di fermarsi un po per "respirare" questo dipinto di vita viva. Parccheggiavamo accanto della strada principale su una collina. Uscivo fuori aprendo la porta per sgranocchiare le mie povere ossa che strilavano di un riposo, dato che noi ci siamo beccati ogni buco che esisteva sul asfalto lungo il viaggio.....mama mia che dolori.
Santa Margherita si presentava immerso in una laguna protteta dalle colline di grano che la abbracciavano, dove il vento accarezza e soffiava onde invisibili sul grano attorno a questa piccola perla colorata. Le case erano di vari colori intensi che mi riccordavano la citta Santander al nord della spagna. L'aria salata che profumava di mare si saziava col suono del Faro che udivo da lontano......come un saluto lontano.
Una spiaggia bianca che si stendeva verso il piccolo porto dove vedevo delle piccole luci in vari colori, cani che abbaiavano e correvano lungo la spiaggia in caccia di qualcosa o semplicemente correndo. E il sole che pian piano tramontava accarezzando con i suoi raggi rosso dorati la superfice del mare causando una sinfonia intensiva di scintille colorate che mi abbagliavano magicamente. Potevo stare per ore e ore ad amirare questo momento per me eterno, ma Marcella che si avvicinò a me per dirmi di tornare alla macchina per proseguire verso il porto. E il suono del Faro mi accompagniava....

TO BE CONTINUED

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Passato..Ti voglio bene....e molto di piu....col cuore....da anni

Riuscire a dimenticare è troppo difficile e nonostante ci abbia provato in un milione di modi differenti sei sempre li con quel sorriso nei miei ricordi annebbiati , che per anni mi ha dato la forza di andare avanti. Un amica che è volata via col vento, la persona che ritenevo tra le più importanti della mia vita, colei che mi ha fatto crescere e diventare un uomo maturo. Non posso ne voglio chiedere altro a nessuno, continuerò a camminare in questa strada cercando di far finta che il passato è soltanto quel vago ricordo che con il tempo diventerà sempre più sbiadito e lontano. Tanto so che non leggerai mai quanto ho detto ma ...devo almeno scriverlo da qualche parte...mi manchi stellina....tanto


Per la mia vita……mi faccio un regalo.
Rivendico il diritto alla gioia e quello al dolore.
Al mostrarmi come sono e a non avere maschere.
Il diritto di ridere e piangere. Il diritto alla solitudine rumorosa. Il diritto allo straziarmi il cuore nel dolore e nel gioire.
Rivendico con me stesso il diritto a conservare, a trattenere, a non buttare via nulla.
A conservare i momenti belli e quelli brutti, nello stesso cassetto.
Rivendico ogni scelta della mia vita, anche quelle sbagliate col senno di poi, e se ne devo, ho dovuto, pagare un prezzo, rivendico di pagare anche quello – con gli interessi.
Nel giorno della mia vita mi regalo una solitudine non voluta ma consapevole.
Mi concedo il diritto di condividerla, certo che gli amici veri non la vedranno come un peso sulle loro spalle. Mi concedo una festa privata con gli amici che non ci sono – e con quelli che non ci sono più.
Nel giorno della mia vita mi regalo una preghiera
mi concedo di scomparire mi regalo l’opacità del camminare invisibile.

Oggi mi regalo il freddo